L’intervento si è svolto all’Isola d’Elba, nel Comune di Portoferraio, ed ha portato alla trasformazione di un edificio, in una struttura residenziale e per uffici di alto livello, mantenendo attiva l’attività commerciale esistente al piano terra. La configurazione finale rappresenta un’articolata sopraelevazione di un fabbricato originariamente produttivo. All’interno si è pensato ad un percorso mosso ed articolato, con suggestivi affacci verso l’esterno. Questo ha consentito di controllare la dimensione degli appartamenti, realizzando inoltre una ventilazione naturale che ne migliora la fruibilità e le prestazioni energetiche. Si è ottenuto l’adeguamento sismico dell’esistente, senza interruzione dell’attività commerciale a piano terra. I due nuovi livelli realizzati sono destinati a funzioni residenziali innovative (“Atelier casa-lavoro”), dando origine ad un edificio sostanzialmente nuovo, ma che richiama forme localmente esistenti.
Per la realizzazione sono state utilizzate strutture verticali e solai in legno; tamponamento/copertura in lastre a secco, con ottime garanzie di coibentazione ed inerzia termica. I fronti invece, sono stati realizzati come facciata ventilata, rivestiti da pannelli in alluminio a doppia aggraffatura. L’edificio è classificato “Nzeb”, con approvvigionamento di acqua calda sanitaria garantito da scambiatori/recuperatori interni alle pompe di calore. Le coperture accolgono i pannelli fotovoltaici.
Il progetto si pone nel filone della sperimentazione riguardo al tema controverso dello sviluppo sostenibile applicato all’architettura, attraverso l’utilizzo del legno. Se è vero che assistiamo ad una decisa crescita dell’utilizzo di questo materiale, grazie anche alle innovazioni tecnologiche ad esso correlate, è altrettanto vero che spesso i progetti scontano un’impostazione che, formalmente e tipologicamente, non riesce a discostarsi dall’architettura tradizionale. Come se il legno fosse un materiale povero, di risulta, che deve far finta di essere “altro” per essere accettato; nascosto, a causa di preconcetti sulla sua affidabilità e durabilità e ricoperto da (tradizionalissimo) intonaco. In questo caso il tentativo è stato quello di sfruttare le potenzialità del materiale per far sì che
questa scelta indirizzasse il progetto. Così la possibilità di proporre forme che liberamente aderissero ad un concetto forte iniziale, di poter utilizzare materiali non consueti per la funzione e per il contesto, di poter proporre un concetto innovativo di abitare, di adoperare soluzioni impiantistiche avanzate, è stata resa possibile da scelte strategiche iniziali, che hanno poi connotato tutta la genesi del progetto. In questo senso la scelta di mantenere in vista parte della struttura lignea rappresenta la volontà di perseguire una “sincerità” formale e figurativa che si astrae dalla decorazione, per perseguire le indicazioni della logica costruttiva e della qualità ed importanza dei materiali prescelti.
Il committente ci ha proposto di intervenire su un edificio utilizzato al piano terra per un’attività commerciale, sopra la quale si trovava un ampio spazio inutilizzato di oltre 1.000 mq, che poteva esse adoperato per realizzare unità con destinazione mista (definita “Atelier casa-lavoro”). Veniva richiesto, come precondizione, che la vendita potesse continuare in tutte le fasi della realizzazione. Abbiamo dovuto quindi studiare soluzioni che non comportassero interventi di consolidamento ed adeguamento sismico importanti, tali da precludere il rispetto di quanto desiderato. L’idea portante è stata quella di una disarticolazione della parte superiore della struttura, per poi procedere ad una ricomposizione in forme diverse, articolate e sfalsate in modo da
creare fronti fluidi e mossi. La disposizione dei volumi consente la creazione di spazi comuni importanti, che richiamano la tradizione urbanistica toscana: non solo la “strada” centrale, ma anche le piazzette e le terrazze consentono di prevedere spazi di relazione differenziati, sempre con affacci suggestivi in relazione con la città fortificata di Portoferraio e col mare.
Le premesse circa la sostenibilità del progetto hanno inoltre condotto a scelte decisive, principalmente riguardo alla volontà di realizzare un edificio “Nzeb”. Questo ha causato, a cascata, l’assunzione di decisioni importanti riguardo ad involucro, finitura ed impianti, che hanno portato alla configurazione finale. Da rilevare che l’iniziativa, totalmente privata, è stata possibile grazie alla lungimiranza della committenza, che ha seguito l’iter creativo e, incuriosita dalle soluzioni innovative proposte, ha deciso di percorrere una strada inesplorata, almeno all’Elba. Dal punto di vista esecutivo si è operato un taglio orizzontale della struttura preesistente, fino al solaio intermedio, che è stato ampliato con due solette in cemento armato. Su questo piano si è impostato l’edificio in elevazione, che si collega con la struttura sottostante e con le nuove parti in cemento. Le operazioni preliminari di demolizione e preparazione del livello 0 sono state complicate e
delicate: per la differente qualità dei materiali, per le difficoltà operative e per la presenza del grande negozio sottostante, con afflusso continuo di utenti e presenza costante di operatori.
E’ stato necessario prevedere una serie di accorgimenti che consentissero di limitare al massimo pericoli e disagi, con l’utilizzo di personale specializzato e di attrezzature specifiche. Il volume al piano terra ospita un punto vendita della grande distribuzione, specializzato in elettronica. Lo spazio interno, in questa fase, non viene sostanzialmente modificato. L’involucro dell’edificio, anche al piano inferiore, viene radicalmente riqualificato energeticamente, attraverso il rivestimento della facciata con pannelli isolanti ad alta efficienza, di derivazione aeronautica. Questi elementi vengono ricoperti da un rivestimento in doghe di legno al naturale, che si estendono, parzialmente, anche al livello superiore. Questo intervento consentirà, in un futuro prossimo di poter pensare questo volume come una scatola multifunzionale, utilizzabile anche per destinazioni diverse dall’attuale. Nel volume al livello superiore si dispiegano, su due livelli, le unità residenziali e gli uffici, caratterizzati da uno scenografico doppio volume con affaccio sul mare e sul parco. Lo spazio comune del piano superiore, che consente l’accesso alle unità, è illuminato zenitalmente, grazie ad una copertura vetrata posta nella parte più alta della volta, che consente la libera ventilazione. Particolare attenzione è stata posta alle condizioni di comodità degli utilizzatori, in termini di qualità di spazio, di luce e di comfort termico.
La facciata vetrata a doppia pelle permette di limitare le dispersioni termiche in inverno e viene regolata in funzione degli apporti termici attraverso un sistema di aperture e schermature solari a pannelli motorizzati, che controllano l’irraggiamento e la luce nelle aree residenziali e di lavoro. Le unità hanno caratteristiche simili ma diverse dimensioni. L’accesso avviene sempre dal percorso centrale al primo piano. La sezione tipica, che cresce verso l’interno del fabbricato, ha suggerito di realizzare un secondo livello sfalsato rispetto alla zona giorno ed affacciato su quest’ultima. Si realizzano così unità caratterizzate da una forte relazione con l’esterno, consentita dalla grande parete vetrata, e molto articolate al loro interno. Il livello inferiore è contraddistinto dal doppio volume, delimitato dalla vetrata, da cui si accede al terrazzo, con balaustra trasparente, per non limitare la visione del paesaggio.
TIPOLOGIA STRUTTURALE:
Struttura in legno tipo “Platform Frame” TPF di Arredoline Costruzioni
MATERIALI UTILIZZATI:
Legno lamellare di conifera GL24 / GL30= 215mc (prodotti FSC / PEFC)
Pannelli OSB/3 di conifera = 90mc (prodotti FSC / PEFC)
CAPACITA DI RIGENERAZIONE MATERIA PRIMA:
La quantità di legno utilizzata, pari a 305mc, viene generata in 16 ore di
crescita della foresta toscana.
UTILIZZO DI MATERIALI STRUTTURALI RICICLABILI:
98 %
CREDITO AMBIENTALE:
305 mc di legno = 305 tonnellate equivalenti di CO2 stoccata,
corrispondente alla quantità di CO2 prodotta da un’auto in 2.300.000 Km
CONFRONTO DI SOSTENIBILITA’ CON STRUTTURA TRADIZIONALE:
– 38% di consumo di energia primaria
– 80% di emissioni gas “effetto serra”
– 46% di inquinamento atmosferico
– 164% di rifiuti solidi di filiera
I testi relativi a questa realizzazione sono stati forniti dal progettista Arch. Paolo Fabbro dello Studio Fabbro Architetti & Associati